'La Volpe del deserto' è tra i i soprannomi più conosciuti della WW2 in grado di evocare sentimenti come lealtà, pervicacia e tenacia. Aggettivi non scontati se si pensa che colui che impersona il grande generale stratega è un tedesco. E proprio questo è il punto.
Siamo spesso abitutati, un vero errore a mio avviso, ad attribuire allo sconfitto popolo tedesco gli appellativi meno elogiativi del nostro vocabolario: aguzzini, assassini, spietati e sleali.
Dimenticate tutto ciò, qui siamo di fronte ad un uomo tutto d'un pezzo che già durante la Grande Guerra ebbe modo di mostrare di cosa era capace. Dopo già essersi distinto per innate capacità strategiche durante la Grande Guerra, in particolare in quella disfatta lungo la valle dell'Isonzo che tuttora ricordiamo come battaglia di Caporetto, Rommel avrebbe asceso la gerarchia militare fino alla prestigiosa carica di Federmaresciallo durante la WW2.
