giovedì 5 marzo 2015

Federico Zeri-Confesso che ho sbagliato (Ricordi autobiografici)

Questo è uno di quei libri che si leggono per puro caso. Stavo rovistando, in biblioteca, diversi volumi nel reparto 'arti e architettura', quando la mia mano scivola sul rigido dorso di questo piccolo volumetto del 1995. 

Zeri è uno di quei personaggi di cui spesso ho sentito parlare, ma di cui poco conosco. Certo, rimembrando voci del passato, mi torna in mente quel bellissimo programma, di una radio Rai dedita alla diffusione culturale, 'Alle otto della sera', in cui l'esimio professore presta la propria voce in una registrazione a puntate da titolo:  La lente del critico; programma, in cui Zeri ci dona un ultimo sguardo all'arte attraverso i suoi occhi: alla sua comprensione, alla sua lettura. 
Autorevole, professionale, affascinante; questi aggettivi traspirano dalle confessioni di Zeri. In sua compagnia attraversiamo un'intero secolo di vita artistica che il professore analizza con lucida autocritica. La cronologia è gestita a salti, confusa, un po' come la sua biblioteca privata, volutamente caotica, attualmente nota come Fonazione Zeri, specchio della sua voglia maniacale di conoscenza, a tratti compulsiva. 

Certo, il libro non è una summa della sua vita, e non pretende di esserlo. Vuole piuttosto esporre alcune considerazioni, pensieri, che solo chi volge lo sguardo al suo passato, in questo caso intensissimo, può attuare. I capitoli sono fiumi di incontri, di personaggi noti del passato recente. A suo modo Zeri è un testimone della storia, vissuta attraverso la lente di un critico d'arte, che nei suoi ultimi anni di vita riflette sulle fugaci mode, alle influenze esterne che anche chi vuole essere imparziale nei propri giudizi, comunque subisce. 

Ma infine, queste confessioni? Non aggiungono niente al lettore se non una quiete serenità, come di chi si dirige verso un languido tramonto, reo solo di non aver osservato globalmente l'umana arte, inscindibile dalla propria storia che, Zeri ci ricorda, attraverso le parole di Benedetto Croce: <<ogni storia è storia contemporanea>>. Zeri vive, vive anche ora.

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