Ian Kershaw lo fa esplorando i primi anni di vita di Hitler, analizzando il suo contesto familiare, la sua infanzia problematica e le sue fallite aspirazioni artistiche. Il trasferimento a Vienna, dove sviluppa le sue ideologie politiche e il suo profondo antisemitismo, punto di partenza che Kershaw analizza attentamente, in quanto essenziale alla formazione del futuro Führer e alla sua radicalizzazione politica durante quel frenetico periodo trascorso tra la città artistica e le trincee della Prima Guerra Mondiale.
Le sottili pagine, più di milleseicento, che costituiscono il libro, intimoriscono al solo tocco. Kershaw si propone di narrare ogni tassello della rocambolesca vita del dittatore con l’intento di capire il passato privandolo del giudizio contemporaneo. Al lettore resta il compito di trarre le proprie considerazioni. In tutto questo, Hitler non poteva essere in grado di incatenare un intero popolo sotto la propria volontà senza il pervicace aiuto dei suoi stretti e fedeli collaboratori, spesso più invasati, folli e criminali di quanto lui stesso potesse concepirsi.
Dopo la guerra, Hitler entrò a far parte del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (NSDAP) per iniziare la sua ascesa al potere mettendosi in luce nelle birrerie frequentate dal partito. Kershaw esamina il ruolo chiave che Hitler ha giocato nell'organizzazione del partito e nel consolidamento del suo rapporto con le masse. Esamina il carisma di Hitler e le sue capacità retoriche, elementi chiave che gli hanno permesso di manipolare le masse e veicolare le sue ideologie estremiste.
Kershaw scandisce ogni capitolo attraversando minuziosi dettagli della vita di Hitler e dei rapporti intercorsi sia con figure politiche che nella sfera privata. Ogni evento, sia noto che meno noto, rivela il complesso carattere del futuro cancelliere, nonché le ossessioni che lo affliggevano nonostante le numerose vittorie. Il suo rapporto col popolo, veicolato dal diabolico Goebbles, mostra come la sua ascesa sia solo in apparenza il risultato del suo carisma; dietro, scopriamo, si nasconde una macchina organizzativa di partito che matura un’esperienza unica con il proprio elettorato e consenso popolare.
Kershaw sottolinea l'importanza del terreno fertile in cui il nazismo ha prosperato. L'instabilità politica e sociale seguita alla sconfitta della Germania nella Prima Guerra Mondiale, insieme alla crisi economica del dopoguerra, hanno creato un clima favorevole per l'emergere di movimenti estremisti come il nazionalsocialismo. Il ruolo dei sostenitori di Hitler, tra cui le élite industriali e i militari, che hanno contribuito a facilitare la sua ascesa al potere saranno poi le prime a tentare di salvare il salvabile, andando contro il suo stesso categorico ordine di cadere in mano del nemico solo al costo della distruzione di tutto l’apparato sociale e industriale del paese.
Il libro affronta in modo approfondito la politica estera di Hitler, compresa l'annessione dell'Austria, la crisi di Monaco e la successiva invasione della Polonia, che hanno portato allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Viene esaminato il coinvolgimento di Hitler nell'Olocausto e la sua responsabilità per il genocidio di milioni di persone, aspetto ben trattato e molto approfondito che fuga dubbi sul suo essere all’oscuro di quello che in fin dei conti era il suo programma partitico fin dalla pubblicazione del Mein Kampf.
Kershaw fornisce un'ampia analisi delle caratteristiche personali di Hitler, mettendo a fuoco la sua psicologia e i conflitti interni che lo hanno spinto a perseguire la sua visione razzista e antisemita. L'autore sottolinea anche le responsabilità e i limiti della personalità di Hitler nella guida del regime nazista, riconoscendo l'importanza delle circostanze storiche e dei collaboratori chiave nell'implementazione delle politiche del Terzo Reich. Anche l’incredibile serie di attentati scampati, di cui alcuni veri e propri “miracoli” sono parte integrante della sua consolidata immagine al potere, per molti interpretata come volontà divina e interminabile inferno collettivo di un’intera nazione.
In conclusione, "Hitler" di Ian Kershaw offre una delle più approfondite e dettagliate biografie della vita e operato di Adolf Hitler, un libro assolutamente da avere, che mi ha richiesto quasi quattro anni per finire ma che apre ad un mondo di dettagli per lo più sconosciuti sull’enigmatica figura del più assoluto malvagio potere mai perpetrato ai danni dell’umanità, attraverso una mastodontica accurata ricerca e un onesta approccio critico che fornisce una comprensione completa su uno dei personaggi più controversi e influenti della storia mondiale.

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