Nonostante abbia in precedenza affermato di condividere su questo blog i miei libri preferiti, sento di doverne anche sconsigliare la lettura quando opportuno. Certo è un dispiacere non recensire positivamente un libro che d'altronde tratta temi a cui sono affezionato: Oriente, Fenici, Assiri, Egizi, e che inoltre vuole approfondire e dare lustro in particolare all'isola dalla quale scrivo, la Sardegna.
Ma come rimanere impassibili di fronte al fottio di dichiarazioni e accuse rivolte alle incompetenze delle istituzioni, contro le quali si evince da parte di Melis un acceso rancore? A guardar bene sembra trattarsi di una crociata personale protratta per dieci anni di provocatorie pubblicazioni, che quasi distraggono il lettore dal tema che l'autore vuole illustrare.
Ma ora concentriamoci sul libro. L'argomento è chiaro come il titolo del libro, gli Shardana, popolo che pare abbia influenzato le più antiche civiltà dell'oriente, le cui conoscenze ci giungono attraverso fonti scritte e artistiche da parte di scrupolosi artigiani. Questa sorta di 'saggio'(?) si spinge ben oltre qualsiasi barriera accademica nel tentativo di vantare le dirette influenze degli Shardana sulla maggior parte delle più note popolazioni orientali che affacciano il bacino Mediterraneo, o almeno le sue strette collaborazioni; un popolo guerriero di naviganti che paiono essere fautori di incredibili tecniche belliche e tecnologie innovative, incomprensibili agli occhi di un profano come me. Devo segnalare la povera e imprecisa edizione che ho avuto il dispiacere di leggere.
Ci si districa attraverso continue frasi sgrammaticate ed errori tipografici; le immagini che accompagnano il lettore nella comprensione delle vaghe spiegazioni sono posticce e spesso sgranate (sembrano impaginate da un ragazzo alle prime armi con photoshop) e di certo non aiutano alla comprensione delle conclusioni dell'autore. L'assenza di bibliografia e le continue citazioni di "amici" indicati spesso con le sole iniziali che sono sparsi nel libro rendono il tutto solo meno credibile. Alla fine l'unica domanda che scaturisce è: ma questo dove l'ha letto? Una domanda la cui risposta eleverebbe su un piano più credibile la trattazione di tutto il volume.
Le cadute di tono sono indubbiamente le continue accuse al mondo accademico e a chi non è d'accordo con le teorie presentate, mentre esilaranti sono le citazioni di film tra cui "I dieci comandamenti" e "Stargate", quasi fossero delle autorevoli fonti bibliografiche da cui attingere le agognate prove a conferma delle astruse ipotesi perpetrare nei vari capitoli.
Insomma è evidente che non ho apprezzato questo libro (anche se alcune teorie sono state veramente esilaranti), e almeno per chi è interessato alla scoperta di antiche civiltà e a questioni sulle relazioni dell'isola sarda con il resto del mediterraneo, sconsiglio la lettura di questo libro.

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