lunedì 30 gennaio 2017

Alessandro D'Avenia-Ciò che inferno non è

Un romanzo, una biografia, un ricordo. D'Avenia mescola con sapienza gli ingredienti necessari per tenere i lettori incollati a queste pagine. E' una storia che si tocca letteralmente con le dita; man mano che sfogliamo ogni singola pagina sembra di condividere i ricordi di una gioventù lontana, spensierata e strettamente legata a quegli affanni che in una torrida estate della nostra esistenza abbiamo, volenti o no, vissuto con tutte le sue conseguenze. 
Ma non si tratta del caldo afoso di una metropoli, bensì quello di un'isola che racchiude in se una ricca storia di conquiste, occupazioni e convivenze etniche, che in un qualche modo la rendono la Trinacria di cui spesso abbiamo sentito parlare. Qualche personaggio è reale, qualcuno è ispirato, ma la Palermo degli anni novanta è tutta in queste pagine, con le sue contraddizioni e incomprensibili quotidianità che uniscono i destini di vittime e carnefici. 

Simbolo della rinascita è Padre Pino Puglisi, animo nobile e guerriero della vita, che della resurrezione sociale ha fatto la propria missione: deve salvare più persone possibili. 
In aiuto accorre il protagonista di questo romanzo, Federico (a me sembra tanto un giovane D'avenia, con quella sua combaciante fisionomia), futuro insegnate e, chissà, futuro scrittore. Il sodalizio creato tra il padre e il giovane Federico sarà l'occasione per lo studente di porsi per la prima volta le grandi domande della vita: chi sono? Chi voglio essere? Chi sarò?

Il futuro non è mai scritto e la strade si stagliano come ramificazioni di una quercia secolare, alla fine si tratta di avere coraggio, di capire se stessi e di accettare la più dura delle lezioni, sbagliare. Solo così potremmo perseguire i nostri sogni come Federico, riflesso in un certo modo delle insicurezze di un D'avenia teenager che come molti ha dubitato ma che come pochi è riuscito a credere in se stesso. 

Non svelerò i momenti più toccanti né i più tragici, quello che è certo è che la riflessione è d'obbligo su chi eravamo e su chi siamo ora. Non è mai troppo tardi per cambiare, basta aver coraggio.


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