Preso in mano, sfogliato, letto, riposto, ripreso, insomma una sofferenza. Ma intendiamoci, Augias è un grande giornalista, bravissimo presentatore della Rai e degno di tutta la mia stima, ma leggendo questo libro le palpebre proprio non mi reggevano. Eppure è strano, Costantinopoli e la sua vicenda di nascita, apice e crollo mi affascinano da anni e non è un caso che nella mia libreria siano riposti con cura diversi volumi su Bisanzio, anche saggistici, tra cui 'Il romanzo di Costantinopoli' della Ronchey, una vera e propria macchina del tempo sotto forma di carta stampata.
Ma allora perché leggere anche questo? Il problema è la copertina. Vedere quei minareti ergersi al di sopra della cupola più famosa d'Oriente con alle spalle quella luce radente che solo le coste del Bosforo riescono a creare mi ha ingannato, ci sono cascato come un allocco.
Eppure mi ripetevo -lascia stare, conterrà le curiosità e aneddoti che hai letto in tanti altri libri-, lo so, ma come si fa ad escludere a priori che Augias non abbia scoperto qualcosa che non so? Non si finisce mai di scoprire qualcosa di nuovo, e per fortuna anche in questo caso non sono stato smentito. Ecco il perché di questa recensione, ed ecco perché alla fin fine mi sento di consigliarlo a chi non conosce abbastanza (come il sottoscritto) di questo magico luogo, crocevia di popoli ed etnie, mano dell'Occidente protesa nelle vesti dell'Oriente e a essa inscindibilmente legata in un amore e conflitto che tutt'oggi determina il destino di questa metropoli e di un'intera nazione.
Augias scrive in modo chiaro sviluppando la struttura mediante un itinerario immaginario percorso per le attuali strade di Istanbul, fantasticando di poterle attraversare con in mano una lente che consenta uno sguardo al passato delle vie più note dell'antica Costantinopoli. I rimandi e parallelismi con la nostra Roma sono numerosi e forse anche abbastanza scontati, ma per chi non ha alcun rudimento sulle conoscenze di alcuni eventi storici del lontano impero romano, le sorprese non mancheranno. Si fanno balzi temporali lungo una immaginaria tavola sinottica che consente un ampio sguardo al succedersi delle vicende che caratterizzano questa antica città. Il volume è corredato anche di un apparato fotografico dei luoghi citati che poterli identificare di persona, magari recandosi di persona a Istanbul con il libro stesso in mano.
Lo consiglio a chi non conosce nulla di questi luoghi e con l'intenzione di recarvisi al più presto. Possiamo intendere il libro come una piccola guida per non partire troppo ignoranti, anzi, piuttosto indirizzati a una visita dell'antica città partendo dai luoghi più significativi, evitando di buttare soldi in qualche tour organizzato da improbabili addetti turistici che rifilano pacchetti pre-confezionati spersonalizzando un'esperienza del viaggiare che va assaporata con i suoi giusti ritmi di passione e interesse personali.
Quindi, buona lettura e per i fortunati: buon viaggio!

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