sabato 20 maggio 2017

Giampaolo Pansa-Sconosciuto 1945

I fatti di Storia recente non son facili da raccontare, spesso a causa delle passioni che influenzano il giudizio tutt'altro che imparziale di chi li racconta. Se già ne 'Il sangue dei vinti' Pansa aveva messo in evidenza al grande pubblico la faziosità e mancanza di giudizio critico dei fatti di Storia immediatamente successivi alla conclusione della seconda guerra mondiale in Italia, con questo libro si aggiungono numerose testimonianze che approfondiscono quegli efferati crimini e condanne prive di un imparziale tribunale che durante le guerre civili emergono come il lato più oscuro di chi la battaglia la vince.
Il titolo stesso è un chiaro rimando a quelle tombe prive di nome, meschino tentativo di togliere la voce a chi subisce l'arbitraria giustizia dei Vincitori,  questi spesso accusatori e carnefici nei confronti degli sconfitti in guerra.
Ogni capitolo è un racconto della testimonianza dei figli e nipoti di persone il cui unico crimine è stato quello di patteggiare sul lato degli sconfitti.

La vendetta si camuffa da condanna per crimini di guerra. La confusione regna su tutta l'Italia tanto da non capire da che parte stare, in cui la linea che separa i giusti dai malvagi è talmente sottile da essere spesso lo scudo di chi è reo ma si dichiara innocente.
Nonostante l'impostazione giornalistica del libro, Pansa introduce un personaggio fantasioso (o forse no?) di nome avv. Alberti che ricopre il ruolo di ipotetico ascoltatore delle testimonianze raccolte dal giornalista.

Emerge come dai bassi sottofondi di una strada malfamata la sconvolgente consapevolezza che quelli che credevamo essere 'liberatori' o 'eroi' non sono altro che avidi e gelosi impostori che hanno saputo cogliere al balzo l'occasione tanto attesa di render pan per focaccia a chi durante il fascismo era vissuto un pò meglio di altri, una rivalsa nei confronti di ingiustizie sociali che poco avevano a che fare con il tesseramento al  Pnf prima e all'Rsi poi.
Con continui rimandi al libro 'Il sangue dei vinti' Pansa ci ricorda che <<non si esclude che, nella grande confusione del momento, siano rimasti coinvolti degli innocenti>>; frase coraggiosa e accusatoria di uno dei peggiori tabù italiani del dopoguerra.

Per la nostra società di allora, e anche attuale, fu una vittoria dei giusti che rimisero in ordine la società, ponendo le basi per la nascita della Repubblica. Ma forse seppellire scheletri nell'armadio non è la giusta soluzione, perché prima o poi saremo chiamati a rispondere delle nostre azioni che non sempre avvolte nella gloria.

L'unica perplessità riguarda l'incredibile casistica di fascisti, anche tesserati, innocenti, perlomeno agli occhi dei propri familiari. Se fosse così non ci è dato sapere, ma è certo che un numero così alto di fascisti privi di colpe fa pensare che fossero perlopiù brave persone.
Facile lettura usa e getta. Da acquistare? Mmm no, meglio dalla biblioteca!

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