sabato 29 aprile 2017

Tiziano Terzani-Un mondo che non esiste più

Quando si esauriscono le parole, solo le immagini possono raccontare la profondità  dei paesaggi, i dettagli dei viaggi e lo stupore per ciò che si osserva. È con questo intento che Folco Terzani si appresta al compito assegnatoli dal padre: selezionare migliaia di foto stoccate negli scatoloni che con certosina passione Tiziano ha catalogato lungo i suoi trent’anni in Oriente. 

Impegnato nell’assaporare la vita “a modo suo”, Terzani non trova il tempo per organizzare, e accompagnare con i taccuini di viaggio, ogni foto o immagine che esprime lo stato di sorpresa, orrore, paura e gioia impresse in ogni scatto, per questo spera che almeno il figlio <<ci perdi la testa a selezionare fra centinaia di foto>>. 
‘Un mondo che non esiste più’ è una vera e propria testimonianza di un passato recente scosso dalle vicende sociali più destabilizzartici del Novecento. Attraversiamo la vita di Tiziano sfogliando le pagine di questo libro, che balza tra una  decade e l’altra scandendo ogni nuovo progetto del noto corrispondente. 

Ci troviamo in Vietnam, poi balziamo in Cina, quella delle trasformazioni di Mao; il Tibet, baluardo della resistenza allo strapotere cinese; Giappone e Unione Sovietica, dove i pronostici che viviamo attualmente sembrano avvolgere Terzani di un’aurea da stregone, un vero Nostradamus. Il viaggio senza aerei per tutta l’Asia, a caccia di indovini e di risposte ai grandi perché. Mustang e India per poi approdare sull’Himalaya, un tempio della pace nel cuore dell’aspra natura, dove Terzani sembra trovare un significato al tanto viaggiare; la ricerca di se stessi nelle risposte del silenzio.

La vita è movimento per Tiziano, e le foto sembrano essere in grado di bloccare le immagini della vita, creando ricordi per i posteri, che abbandona nel momento in cui cessa di viverli, sempre impegnato a mordere le gioie e amarezze del proprio presente. 
Il libro si sfoglia con lentezza, nella ricerca di cogliere ogni dettaglio fotografico, mentre gli appunti di viaggio, scelti da Folco e spesso già abbinati alle immagini, ci rimbombano nella testa, ispirando pensieri, viaggi mentali e curiosità per il diverso, quel ‘diverso’ che Tiziano ricercava fin dai tempi scolastici, mentre avidamente leggeva qualsiasi libro che trattasse di grandi viaggi e scoperte.

Emerge tra le pagine di questo libro che la diversità è solo un confine mentale che noi stessi eleviamo a protezione delle nostre certezze. Solo la curiosità e la gioia per le scoperte e per l’ignoto sono la linfa per la nostra esistenza, senza la quale tutto sembra annebbiarsi di un grigiore ovattato di infelicità.

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