Quello che ho tra le mani, è bene dirlo subito, fornisce una testimonianza di prima mano della storia degli aerosiluranti italiani; leggenda che merita ben più di una breve citazione in qualche manuale di storia politicizzato.
Il valoroso pilota trentino Martino Aichner, autore di questo racconto, fu aiutante maggiore di Carlo Emanuele Buscaglia, quest'ultimo, Asso dell'aviazione italiana e pioniere degli aerosiluranti della 281° squadriglia.
Il libro, all'apparenza tecnico, si presenta efficacemente strutturato in brevi capitoli che introducono, chi legge, ad una spiegazione generale dell'argomento 'Aerosiluranti' addentrandosi poi nel ruolo dei personaggi e compagni, protagonisti delle azioni belliche vissute dalla squadriglia.
Pagina dopo pagina emerge la figura di Buscaglia, giovane irriverente e impavido aviatore, il quale non si ferma di fronte a nessuna difficoltà, anzi ne trae beneficio come ulteriore stimolo alla vittoria assoluta. La patria è il valore inestimabile e da non sottovalutare che caratterizza i piloti coinvolti nelle pericolose missioni contro le navi cargo della flotta Britannica, i quali necessitano di un fervore che superi la volontà dei gerarchi; d'altronde in ballo vi erano l'onore del paese e la credibilità della squadriglia stessa.
I teatri di guerra sono localizzati nel nord Africa, Malta e Creta, luoghi di scontro nevralgici per la Guerra nel Mediterraneo.
Aichner ci consente di rivivere l'adrenalina delle missioni attraverso i suoi ricordi. Sembra letteralmente di scendere in picchiata verso le flotte marine, verso i cacciatorpediniere. Sembra di sentire la vorticosa forza della virata di fuga dai caccia britannici appena decollati dalle portaerei, pronti a colpire la squadra di aerosiluranti. Sembra di sentire l'affannoso respiro dell'equipaggio a bordo del S 79: Buscaglia, il secondo pilota, il marconista, il fotografo ecc., tutti concentrati nell'unico sforzo di colpire le navi che trasportano armi e vettovaglie per l'Alleanza.
Non vi dirò quale fine il destino riserverà a questo Asso dell'aviazione italiana, forse non abbastanza ricordato nei numerosi romanzi storici che occupano gli scaffali dei grandi distributori di libri. Di sicuro questo diario delle avventure della sua squadriglia rende omaggio alla sua figura e ai suoi compagni che negli anni a venire ne glorificarono il ricordo.
Un libro che deve assolutamente far parte di chi ancora crede nel senso di responsabilità e sacrificio italiano che ormai da più di sessant'anni viene infangato con la mediocrità e vittimismo quotidiani di un popolo che sembra aver perso il ricordo del proprio 'passato'. Intendiamoci, non mi riferisco alle millantate glorie del fascio, ma piuttosto alle concrete azioni di chi invece di 'parlare' si mise ad 'agire'. La guerra fu gestita (male) dalla burocrazia italiana, ma è giusto ricordare che venne condotta senza alcun risparmio di sé da persone di alto valore e competenza, o almeno da alcuni di loro.
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