Nell’epoca delle certezze la domanda “chi siamo?” non perde mai il suo alone di mistero. Ragionare sul passato è un’abitudine che tutti coltiviamo dalla tenera età e tendiamo a sviluppare man mano che le esperienze si accumulano in una successione di eventi che prima o poi riordineremo per fare il punto della situazione. Ma quando si tratta della Nostra storia evolutiva la sensazione di essere un puntino nell’oceano rischia di sovrastare anche le menti più solide e razionali.
Gaia Vince ci prende per mano lungo la retta temporale evolutiva della nostra specie intrecciando numerose discipline scientifiche, filosofiche e sociali, necessarie per mantenere un approccio privo di condizionamenti. Certo, fintanto che parliamo di un passato inciso nella Storia la successione di eventi è scandita da chiare transizioni cronologiche, ma ben diverso è quando si sconfina un passato temporale le cui tracce sono da interpretare nei resti rinvenuti in campagne di scavo o nelle sperdute grotte frequentate da cacciatori-raccoglitori.
L’uomo ha vissuto numerose transizioni evolutive, le cui tracce si sovrappongono e si spostano lungo l’ancestrale ecumene, imprimendo la sua presenza attraverso espressioni che, per quanto non artistiche come oggigiorno le intendiamo, sono comunque di elevata fattura e dal grande significato simbolico. L’influenza dell’uomo sull’ambiente trova origine in un passato in principio stanziale e in seguito migratorio, costituito da grandi spazi e da una consapevolezza territoriale che fatichiamo a comprendere ma che alcune piccole realtà tribali del presente ci permettono ancora di intuire.
Nell’esporre il vasto progresso evolutivo dell’Uomo su questo pianeta, la Vince sceglie una formula semplice ed efficace, suddivide i capitoli come fossero le tappe della vita stessa: concepimento e nascita, scoperta del fuoco, uso della parola, bellezza e il tempo. Ogni capitolo si apre come un ventaglio abbracciando le diverse discipline scientifiche che sono di supporto allo sviluppo di ogni paragrafo. La genetica sostiene la teoria e l’evoluzione del concepimento, l’archeologia l’antropizzazione dei paesaggi, l’architettura focalizza sulle capacità costruttive e l’espressione umana nel concepimento urbano della società, la fisica aiuta a sintetizzare la percezione del tempo e come si evolve nell’evoluzione umana. Lo sviluppo delle lingue focalizza sulla nostra capacità di associare a ogni idioma una sua specifica cultura pregna di tradizioni. Non possiamo avere visioni inscatolate, selettive o esclusive. L’uomo è un essere dinamico e si esprime in quella che è una evoluzione perenne. Certo, leggere l’evoluzione nel suo accadimento è capacità forse concessa solo agli studiosi che con minuziosa analisi possono identificare elementi e cambiamenti del presente che si proiettano in un possibile futuro.
L’evoluzione riguarda noi, il nostro pianeta e anche l’universo, di cui solo a partire dall’ultimo quarto di secolo precedente abbiamo iniziato a sfogliare le pagine. Dal molto grande al molto piccolo la Vince sostiene con rigore scientifico e grande capacità divulgativa numerosi rimandi e collegamenti per descrivere un quadro d’insieme che ci permetta di comprendere da dove siamo partiti, dove ci troviamo e dove andiamo. Forse alcune parti scontano una visione molto occidentale e scientifica ed avendo a che fare con l’Evoluzione ogni filosofia teologica è come bandita dal libro e questo sembra un gesto troppo selettivo quando si discute dell’umanità. La scienza cerca di dare risposte analitiche, verificabili, confrontabili e la Fede è un campo troppo intangibile per poter criticamente indagare la sua evoluzione e ruolo nella formazione evolutiva umana, in fondo un’eresia per la Scienza tanto quanto per la Fede. Eppure la sua mancanza nell’evoluzione umana è come l’assenza dei raggi solari dal volto terrestre.
Giusto un passo concede timidamente spazio a Dio, tra la Natura e la bellezza del Cosmo, quelle che sono alla fine le massime espressioni del divino. Per non sbilanciarsi troppo la Vince concede a Dio e Gesù l’esistenza umana, non di qualcosa, ma di qualcuno. Il ruolo che il Creatore custodisce presso il senso di comunità e appartenenza va oltre il nostro tentativo di umanizzare un’intangibile calore che ci permette di connettere con chiunque anche a grandi distanze, questo è un aspetto assolutamente distintivo dell’Uomo ed esperienza comune a tutti.
Gaia Vince ci lascia in conclusione con un appunto finale sul nostro futuro evolutivo. Il nostro progresso non sembra salvarci dalla nostra incoerenza che tanto ha caratterizzato il nostro passato. Il regresso è sotto gli occhi di tutti: disuguaglianze sociali, sfruttamento ambientale, etica morale in disfacimento. Che sia proprio questa volontà di escludere la Fede dalle nostre progredite vite a condurci allo smarrimento? Questa crisi sembra per lo più viverla non solo il mondo Occidentale, ma soprattutto di tutte le società che abbracciano incondizionatamente il modello sociale Occidentale la cui unica fede sembra quella fondata sul Denaro, unico metro per misurare un’evoluzione diretta verso la disgregazione di tutto ciò che abbiamo con grande fervore costruito.

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