giovedì 20 giugno 2024

A piedi nudi sulla Terra - Folco Terzani

Come spesso accade, negli incontri più casuali possiamo trovare ispirazione per immergerci in quella che appare una scelta semplice da compiere, ma che nasconde grandi sacrifici. Così accade che un giovane ragazzo, cresciuto in Asia, si trovi un giorno di fronte ad un vecchio trasandato dai modi umili ma in grado di emanare un’aurea di saggezza ed esperienza che poche persone possono vantare. Il ragazzo in questione è Folco Terzani, figlio del noto corrispondente, mentre il vecchio saggio è un torinese trapiantato nel più esclusivo mondo orientale, quello dei Sadu. Questi saggi che vagano per l’India più remota e inaccessibile sono dei guru, visti come persone dal grande potere spirituale e il cui rispetto da parte dei popoli nasce dalla loro capacità di abbandonare ogni legame materiale, finanche i vestiti, per addentrarsi nel mondo più selvaggio e aspro delle grotte.


Se pare già assurdo incontrarne uno disposto a parlare con i “civilizzati”, immaginate lo stupore dell’autore allo scoprire l’origine italiana del vecchio seduto di fronte a lui. La sua rocambolesca vita diventa questo libro “A piedi nudi sulla terra”, e sarà un libro di ispirazione per Folco stesso. La gioventù del vecchio inizia dai suoi anni scolastici, in particolare con il diploma e il suo affacciarsi al mondo del lavoro. Specializzatosi come vetrinista ante litteram e avendo risparmiato qualche soldo mantenendo sempre una indole artistica, sarà il caso a portarlo nei guai durante quell’epoca ribelle che era la fine degli anni sessanta e che ha plasmato le sue scelte scaraventandolo dall’Italia all’India numerose volte. 


L’epoca Sessantottina è un elemento essenziale per la trasformazione del vecchio saggio, proprio perché l’Oriente era un luogo accessibile solo ad avventurosi e spericolati e il transito dei confini era facilmente eludibile con documenti falsi se non senza alcuna identificazione. Le azioni terroristiche ed i pericoli delle grandi metropolitane era ancora una realtà distante che caratterizza i centri a sviluppo turistico con sfruttamento totale delle risorse locali. Ma gli aspetti affascinanti della vicenda rimangono il personale racconto dello stesso protagonista attraverso la penna di Folco. 


Quella che all’inizio sembra una scelta di rinuncia scopriamo poi essere la ricchezza stessa della vita che permetterà di assaporare quelle scelte che proprio nella società moderna sembrano precluse, come metter su famiglia. I limiti economici vengono abbattuti proprio dall’assenza di proprietà e di possessi. La vita si svolge al di fuori di ogni società ma allo stesso tempo ne è osservatore e guida per chi come Folco è in cerca di qualcosa “oltre” il vissuto, il vivibile e vedibile.


Ovviamente come lettori siamo consapevoli di non poter replicare tali scelte di vita ma di sicuro possiamo trarre lezioni e ispirazioni per il vivere quotidiano. Circondati da burocrazia, insensatezze, controllo, socialità e depressione, la scelta di un isolamento volontario diventa un’inaspettata soluzione ad un malessere diffuso che sembra contagiare qualsiasi generazione ed età, indistintamente. Lo sentiamo spesso dai notiziari di numerosi suicidi, insensati, inaspettati e tragici che lasciano amici e famiglie senza parole. La ricerca di se stessi ed il sentirsi accettati possono essere ridimensionati proprio da un isolamento volontario che non implica l’abbandono di tutto ma, forse, l’abbandono di una “socialità” malsana, basata sulla prevaricazione, invidia e vetrina della propria sfera privata, che mette a nudo su piattaforme pronte a divorare i propri iscritti in nome del profitto. 


Non è un libro essenziale, ma di sicuro un libro necessario in questi tempi folli. La riscoperta di se stessi e della natura (anche spietata) che ci circonda possono essere lo scudo che ogni individuo deve possedere per sopravvivere al capitalismo vorace della società, pronto a digerire sogni, aspirazioni e speranze di chi partecipa al gioco più perverso dell’umanità: la Democrazia. 

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