giovedì 29 dicembre 2016

Alessandro D'Avenia-L'arte di essere fragili

Quando l'amore e l'infinito si uniscono ci si immerge nei pensieri più profondi del proprio animo, esposti alla fragilità della vita, privi di quel guscio che giorno per giorno coltiviamo nei rapporti che la società, in un qualche modo, ci obbliga ad avere. 

Questo libro si propone come guida alla felicità, priva di quelle illusioni commerciali che siamo spesso abituati a ritenere scopi nella vita e che, veloci come uno spot televisivo, si infrangono contro la realtà: i sogni si costruiscono giorno per giorno. A supporto dell'autore si affianca Leopardi, ancora vivo attraverso le proprie poesie e intimi pensieri, a riprova che non siamo così soli nella vita come spesso ci appare. Siamo soliti pensare che le montagne vadano superate aggirandole, ma proprio a scalarle Leopardi ci insegna, e per far ciò usa la poesia, linguaggio universale della bellezza che di solito ricerchiamo in ciò che ci circonda.
Il libro è anche una scusa per approfondire le nostre conoscenze sul poeta ottocentesco superficialmente ritenuto pessimista, forse per colpa della scuola, incapace a renderci partecipe della lettura poetica e della sua semplicità comunicativa, diretta al cuore delle persone.

D'Avenia riesce pienamente nel miracolo. La sua passione ci appassiona, trascina le nostre menti verso il trascendente che scaturisce dai versi leopardiani, siamo come catapultati tra quelle stelle che ormai sembra non siamo più in grado di vedere, privati di ogni immaginazione e sogno impossibile.
I capitoli, cadenzati come i battiti del cuore, scivolano seguendo i nostri occhi sulle pagine del libro, attraverso un dialogo intimo tra autore e lettore. 

Ci ritroviamo di fronte all'essenza della vita, con i suoi pericoli e la sua fragilità. D'Avenia ci indica il percorso verso la speranza mediante una collaborazione con il poeta, con il quale condivide il momento anagrafico dei trentanove anni, letali per il giovane Leopardi. Non tutto però è perduto. Scopriamo che il messaggio trasmesso dalla poesia può diventare l'ultimo baluardo del nostro destino terrestre. Il pessimismo è solo un guscio che serve a proteggersi durante il percorso dei tormenti che la vita ci può riservare.

D'Avenia, giocando questo doppio ruolo autore-lettore, riesce a scoprire  i nervi più esposti alle paure, ci insegna ad affrontare le nostre incertezze, ad acquisire sicurezza e a sostenere chi ancora fugge da esse. In fondo siamo tutti alla ricerca di un 'perché', e forse è proprio  'l'infinito' a poterci mostrare i contorni incerti della nostra esistenza. Leopardi lo sapeva, D'Avenia l'ha intuito, ora tocca a noi trovare una risposta, magari proprio guidati dalle pagine di questo libro.
Da leggere d'un fiato. 

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