venerdì 11 novembre 2022

Howard Carter - The Tomb of Tutankhamun

 A cento anni esatti dalla più sensazionale scoperta archeologica mai effettuata, il mondo si risveglia con la rinnovata consapevolezza che la Tut-mania non ha mai realmente smesso di stimolare la curiosità del grande pubblico, anzi, rivive di grandi aspettative accompagnate dall’orgoglio di essere fortunatamente vivi durante questa unica ricorrenza.

L’indiscussa fama del giovane faraone ha attraversato tutto il XX secolo per approdare con ancora più vigore ai nostri giorni. Complice della ricorrenza sono le nuove tecnologie e le sconfinate possibilità delle piattaforme digitali. La grande novità riguarda soprattutto la concomitante inaugurazione del nuovo Museo edificato nell’arco di venti anni, al fine di ospitare l’intera collezione di oltre 5000 reperti che costituiscono la sensazionale tomba di Tut. 


Tra i libri da leggere sull’argomento archeologico non può mancare il diario scritto dallo stesso scopritore della Tomba, Howard Carter, ingaggiato dal nobile Lord Carnarvon, disincantato e casuale appassionato di egittologia che, più per moda, abbraccia la nuova branchia accademica come nuovo passatempo durante i suoi lunghi pernottamenti presso il continente africano. A pensarci bene fu la sua cagionevole salute ad essere alla radice della più fortunata prescrizione medica di sempre. La collaborazione tra i due finisce per dare origine alla più fruttuosa scoperta del secolo scatenando leggende, miti, suggestioni e nuovi standard di rigore scientifico che tutt’oggi caratterizzano l’archeologia. Lo stesso giornalismo venne travolto dalla fame di notizie e dalle esclusive, tanto da spingere Carnarvon a cedere i diritti esclusivi sulla storia di Carter al Times, in cambio di 5000 sterline. Una situazione che creò l’impossibilità di divulgare notizie sulla scoperta da parte dei giornali locali, e che spinse i reporter letteralmente a sgomitare per ottenere briciole d’informazioni.


Ormai la Tut-mania è scattata, e forse complice la ricerca di un’evasione dai conflitti bellici che opprimevano l’Europa, si diffonde ovunque il fascino di questa nuova visione dell’Egitto caratterizzata dall’oro, il lusso e l’esotico, tramutando la leggenda del giovane faraone in quella di una celebrità della cultura popolare. Proprio l’Egitto faticherà a riappropriarsi dell’immagine del proprio sovrano quale retaggio del suo passato millenario, compito ormai decisamente completato con l’inaugurazione del nuovo Museo dedicato a Tutankhamun.


In tutto questo, il diario scritto di pugno da Carter è una vera macchina del tempo, nel quale anche le incerte fiamme delle candele, unica fonte luminosa dei cavernosi corridoi funebri, sembrano fuoriuscire dalle pagine descritte dall’archeologo. Al di là di numerose curiosità biografiche che possiamo cogliere nelle numerose riviste e libri sui protagonisti dello scavo, questo diario resta la vera autentica fonte di come appariva la sepoltura al momento della scoperta, come una sorta di atavica istantanea in bianco e nero.


Ovviamente questa edizione del British Museum è tutt’altro che priva di colori, anzi, un volume a parte, contenuto nel cofanetto, è dedicato solo alle immagini in alta qualità dei reperti più iconici del ritrovamento. Ognuno degli oggetti è corredato di nota per ricollegarsi alle pagine del diario di Carter in modo da godere  dello stupore dei reperti rinvenuti man mano che accedono alle singole camere di sepoltura. 

Le immagini sono di grande rilevanza per comprendere la sorpresa che attraversa Howard mentre svela dalla polvere i sigilli reali ancora intatti, esterni agli accessi delle camere. Possiamo cogliere l’incongruenza tra la spartanità degli ambienti e la regalità degli oggetti che costellano ogni singola parete, riposti con un ordine di caotico e frettoloso che inspiegabilmente ha attraversato 3000 anni di storia


La testimonianza archeologica che sfogliamo nelle pagine del diario rendono questo libro tra i più preziosi resoconti di archeologia del mondo, capace di suscitare meraviglia sia tra giovani che adulti, sempre con rinnovato fascino nonostante il passare del tempo. Le continue scoperte e ricerche che tuttora vengono eseguite sui singoli reperti tendono a non far mai sopire l’interesse per la vita di questo misterioso faraone, morto troppo presto per poter lasciare traccia delle proprie gesta, tanto da essere oscurato dallo stesso padre Akenhaton, che subì una dannato memoriae di sicuro insuccesso, viste le numerose notizie raccolte. Di mistero, in tempi recenti, si è circondata la figura della possibile madre di Tut, con continue rivelazioni e ritrattazioni da parte di numerosi ricercatori di fama mondiale, nonostante, alla fine, lo scopo ultimo di tutte queste scoperte è sempre stato quello di scrivere la storia del giovane defunto, che per incredibili casi del destino è sopravvissuto alle sabbie del tempo, causa dell’oblio di altri grandi personaggi del passato. 


Tra le tante curiosità che mi è capitato di leggere recentemente vi è quella della villa di Lord Carnarvon, recente set della popolare serie televisiva Downton Abbey, oltre che dimora del famoso mecenate. Questo dimostra come la fama di tutti questi protagonisti non sia mai cessata di essere presente tra il grande pubblico. Certo, non vengono più celebrate feste sontuose con personaggi dell’alta società, ma rimane comunque un monumento di rilevanza storica, retaggio di un passato ormai solo presente nei libri di storia.


Le sorprese non finiranno certo con queste celebrazioni ma il diario di Howard Carter prosegue ad essere punto di riferimento per la dedizione e fede nelle proprie capacità al fine di concludere un progetto, un inno alla perseveranza di cui ogni pagina è pregna. La passione scorre in ogni parola e immagine, raccolti durante quella fenomenale e irripetibile esperienza che forse solo la conquista di Marte saprà nuovamente donarci. Nell’attesa suggerisco di sfogliare con stupore e curiosità le pagine di questo doppio volume del British Museum che son sicuro, nonostante la mancanza di traduzione italiana, sarà una piacevole pausa nelle uggiose giornate autunnali.


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